Cosa rappresentano i cinque anelli sulla bandiera delle Olimpiadi? Sapevi che l’attuale logo di Tokyo 2020 era stato scartato durante la selezione? Ecco cinque curiosità di cui forse non eri al corrente.
Storia del logo delle Olimpiadi
Il logo delle Olimpiadi fu ideato nel 1913 da Pierre De Coubertin, fondatore del CIO (Comité International Olympique), l’organismo sportivo più importante al mondo. I cinque anelli rappresentano i cinque continenti e i sei colori (sfondo bianco compreso) sono quelli che appaiono in tutte le bandiere nazionali. Accanto a questo logo, se ne affianca un altro creato appositamente per ogni edizione. Viene realizzato dal Paese che ospita i giochi: il suo compito è rappresentare lo spirito e l’identità della città organizzatrice. Di solito la scelta avviene con largo anticipo (almeno quattro anni prima dell’evento) e dopo un preciso iter di selezione. Per l’edizione in corso sono state presentate, nella fase preliminare, oltre 10.600 prototipi.
Tokyo 2020, un motivo a scacchiera
Il logo dei giochi olimpici di Tokyo 2020 è stato realizzato dal grafico Asao Tokolo e replica un motivo a scacchiera conosciuto come ichimatsu moyo. In Giappone questo pattern, risalente al periodo Edo, esprime raffinatezza ed eleganza, soprattutto nella tradizionale versione blu indaco.
Composto da tre varietà di forme rettangolari, il design elogia la diversità come piattaforma di connessione tra paesi, culture e tipologie di pensiero. Eppure in origine, non era questo il logo designato per Tokyo 2020.
Una selezione travagliata
La prima scelta, avvenuta nel 2015, era ricaduta sul logo di Kenjiro Sano. Dopo la presentazione ufficiale però, il giapponese era stato accusato di plagio. Olivier Debie, designer belga, sosteneva che il logo fosse una copia del suo, realizzato anni prima per il Teatro di Liegi. Il Comitato dei Giochi ha difeso l’autenticità del progetto per oltre sei mesi, salvo poi scoprire nuove accuse di plagio nel passato di Sano. Alla fine, per scongiurare ulteriori problemi legali, il progetto è stato ritirato.
Meglio dell’originale
Nel 2019 si è diffusa sul web una versione fake, talmente condivisa da apparire come primo risultato di ricerca su Google Immagini. Sui social, l’immagine è stata condivisa milioni di volte con questa didascalia: “Il logo delle Olimpiadi di Tokyo 2020 è un capolavoro di design”.
Il fake logo era in realtà un esercizio stilistico del designer inglese Daren Newman, pubblicato su Twitter. Nonostante questa attribuzione fosse a sua totale insaputa, Newman ha compreso che il lavoro aveva un potenziale. Col passare dei mesi, il logo è stato così apprezzato dal pubblico che l’artista ne ha creato una linea di abbigliamento. Le sue felpe e t-shirt sono acquistabili nello shop del sito everpress.com.
Parigi 2024, il logo della discordia
Il logo dei prossimi giochi olimpici estivi, che si terranno in Francia, è già stato contestato in patria. Parigi 2024 sarà all’insegna della parità di genere e vedrà partecipare in ugual numero atleti e atlete. Il logo raffigura la fiamma olimpica chiusa in una medaglia e, sullo sfondo, due labbra di donna che rievocano Marianne, immagine allegorica della Repubblica Francese. Per molti però, il risultato ricorda i marchi di cosmetica ed hair beauty.